domenica 7 agosto 2011

Francesco Corrado, il casinò di Campione e le castagne al fuoco


Non ho amici. Non sul lavoro almeno. La mia regola è: per me pari sono.
Non mi riferisco ovviamente ai colleghi, né alla dozzina di persone a cui sono più legato, quasi tutte conosciute quand'ero bambino o ragazzo. Nessuna di loro però è famosa o ha incarichi pubblici, per cui è raro se non impossibile che interferiscano con ciò che sul giornale scrivo. Tutti gli altri - politici, imprenditori, docenti, funzionari pubblici e privati... - posso permettermi di trattarli al medesimo modo, senza debito di riconoscenza nei confronti di nessuno. Qualcuno m'è più simpatico, ovviamente, qualche altro meno, ma ciascuno lo valuto dai fatti, tenendo le mani libere per scrivere ciò che voglio. Una garanzia basilare per me stesso e per loro, che possono contare sulla limpidezza di giudizio, pure quand'è critico e poco generoso.
Se però esiste un'eccezione essa risponde al nome di Francesco Corrado. Chi legge questo blog e ha buona memoria (dubito che la soglia di tale categoria superi il numero di due o uno) sa la genesi di tutto questo. Quando l'ho conosciuto la prima volta non ho esitato a farne un ritratto caustico, lui però non s'è offeso e nei fatti, non a parole, mi ha dimostrato un affetto che si riserva soltanto a un figlio. Niente di che, niente contributi monetari o favori sottobanco. Semplicemente qualche consiglio sincero, una stima manifestata senza vergogna e un esserci, quando ne avevo bisogno.
Ecco perché m'è venuto da sorridere, leggendo oggi il Corriere di Como, che lo indica in posizione privilegiata per diventare nuovo presidente del casinò di Campione d'Italia. Non perché non sia vero (il Corriere, per metterlo nero su bianco, avrà i suoi buoni motivi) bensì perché mi pare strano che una gallina dalle uova d'oro sia affidata a una persona che, pur non scevra da abilità e consorterie, è stato, è e sarà sempre uno spirito libero.
Se così fosse, ho pensato, i casi sono due: o il casinò è davvero messo male, tanto che ci troviamo in uno dei rari momenti della storia in cui la politica si ritrae, perché le castagne vengano tolte dal fuoco da qualcuno più avvezzo, oppure il mondo sta cambiando davvero.
Non essendo più di primo pelo, dubito che il secondo motivo sia quello corretto. Non resta che aspettare dunque. Conoscendolo, è difficile che in questi giorni Corrado sia a Como o a Cantù, piuttosto sarà facile trovarlo nella sua Mombaruzzo, in Piemonte, a rispolverare vecchi cimeli dei suoi avi o a scrivere memorie, tutto proiettato al passato mentre qui c'è chi lo immagina e vuole protagonista del futuro.

Foto by Leonora

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